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SUL SERIO

31/12/2012

Dai, per una volta parliamo di fumetti anche qui, in fondo siamo mica geologi.

Mi indugia il dito sulla tastiera, mica perché non sappia bene come iniziare, ma perché la Johanna si sta guardando ALADDIN a tutto volume e non sento i miei pensieri, ma quelli di Jaffar.

Insomma, tempo fa c’è stato questo esperimento onlàin della Paola Barbato, che non avendo trovato un editore disposto a credere nella sua idea, ha radunato un gruppo di disegnatori attorno alla stessa, e ha pubblicato, per otto mesi, tipo sei pagine settimanali di questa storia che si intitola DAVVERO.

 Avevo seguito un po’ le prime puntate, poi mi sembra sempre di essere in mezzo alla corrente di un fiume, mi sfugge tutto e vengo trascinato via e non avevo più letto niente.

 Ora, Paola Barbato, se non la conoscete, su wikipidia c’è che… No, niente, ragazzi,ora c’è la canzone del tappeto volante…”il mondo èèèè miioooo..nessuno ti dirààà”… “è un mondo tuo per sempreeee”…ora canta pure Jasmine, …”che dolce sensazione nasce in meeee”. Ora cantano a due voci, un disastro…facciamo che la finisco di ascoltare, poi torno.

Scusate. Paola Barbato, dicevo, è una sceneggiatrice di fumetti, poi scrive libri, scrive, scrive, tante cose, che a dire il vero, non seguendo da anni DYLAN DOG, ne avevo sentito parlare, di questa Paola qui, ma poi non mi ricordo nemmeno se avevo letto qualcosa di suo. Fino a quest’anno qui.

Che escono DARWIN e poi Le Storie numero 1: IL BOIA DI PARIGI e poi c’è stato questo esperimento onlàin.

DARWIN lo avevo preso in estate in montagna, a Monchio delle Corti, dove qualunque cosa arrivi dal mondo civile è accolto come il pallone di Tom Hanks in CAST AWAY, così l’ho comprato e l’ho letto.

DARWIN è di fatto una storia tronca, e all’inizio ci sono gli spiegoni sotto forma di finte frasi di circostanza, tipo “Ciao Andrea Plazzi, redattore di Rat-Man! Ho saputo che sei laureato in matematica e ti occupi di traduzioni per la Sperling e Kupfer, vuoi una tartina al caviale?” “Grazie mille, Leo Ortolani, fumettista noto per Rat-Man che ha adottato di recente due figlie colombiane e ha una laurea in geologia, prendo anche quella con il patè!” Di modo che, nel giro di poche vignette ambientate a una festa, sai già che lui, il protagonista, ha un debole per lei, che però ammira quell’altro, e che lei, casomai non si capisse dal disegno di Casertano, è giapponese, non sopporta suo padre e ha un’irritazione alla vagina dovuta all’ultima biciclettata sulle colline intorno a Parigi, semmai ci fossero colline intorno a Parigi, che io non ci sono mai stato in vita mia.

C’è scritto così: “Sai, ho un’irritazione vaginale dovuta alla mia ultima biciclettata intorno a Parigi dove Leo Ortolani, geologo che poi fa i fumetti, tipo Rat-Man, non è mai stato in vita sua e nemmeno ci soffre, per questo, che per lui i francesi, così, senza motivo, stanno bene in Francia”.

Be’, in effetti non c’è scritto così, è Leo Ortolani che ha un’irritazione alla vagina, ma era per dire.

Insomma, se si passano le prime frasi, la storia ti acchiappa proprio, e quella che doveva essere “dai, ne leggo cinque minuti, poi faccio altro” è diventata una lettura tutta di un fiato.

Che nella mia scala personale di gradimento è un gran bel punteggio, tipo 3. Che la mia scala di gradimento va da 1 a 3, perchè l’entusiasmo non tocca mai il gelido cuore dell’Ortolani.

Poi ho letto in rete cosa pensavano di DARWIN, e di solito leggere in rete di un fumetto significa entrare nella tana delle tigri di Comicus, e c’era chi ne parlava male, c’è chi ne parlava bene. Al solito.

Intervallo. Siamo alla scena finale tra Jaffar e i nostri eroi. Lei non lo sposerà mai e lui si arrabbia, ma…Jaffar esprime il suo ultimo deisderio! “Voglio che Jasmine si innamori perdutamente di me!”

Johanna è molto inquieta, però è un bluff di Jasmine, perché il Genio non ha mai esaudito l’incantesimo e…sta arrivando Aladdin!

Bene. Dicevo che DARWIN non è affatto male, e così prendo anche IL BOIA DI PARIGI. E vabbè, non male, ma io e la storia siamo sempre stati nemici giurati, i voti a scuola lo confermano, quindi mi appassiono di meno. Gli darei 2.

E infine, il mese scorso, vado da Paolo, il mio edicolante, vedo questa copertina triste con il titolo su un simil post-it: DAVVERO.

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Ma dai! Mi dico.

Alla fine l’ha fatto in edicola!

E lo lascio lì.

Per via della copertina.

E Paolo mi dice che in effetti la gente vede la copertina e lo lascia lì. Oh, intendiamoci, non è che la sua edicola sia l’ombelico del mondo, dove se una cosa vende, lo decide l’edicola di Paolo, ma come dargli torto?

C’è più dramma e azione nelle copertine dei fumetti dei carabinieri.

E insomma, lo lascio lì.

Poi passano le settimane e DAVVERO è ancora lì.

E a un certo punto, oh, il primo numero si prende sempre, eh?

Faccio uno sforzo, guardo altrove, tipo la copertina di Playboy lì sopra, e lo prendo.

E lo leggo.

In parte sapevo già la storia, avendone letto le prime puntate onlàin, ma qui la Paola cosa ti ha fatto? Da brava professionista ha riscritto la storia per il mezzo su cui deve essere pubblicata, quindi un albo di 96 pagine. E la leggo tutta di un fiato. 

E decido che questa Paola qui, che non conosco personalmente, e che tempo fa aveva detto in un’intervista che a lei, Rat-Man, dopo due gag si annoiava, per cui, punto sull’orgoglio, quello lungo i soliti otto centimetri, avevo deciso che non mi era mica tanto simpatica, quella Paola lì, adesso decido che questa Paola qui non scrive affatto male.

Cos’è DAVVERO? E’ la storia di Martina, una ragazza del bresciano che dopo una vita sotto la campana di vetro di una famiglia benissimostante, prende al volo l’occasione di una sfida lanciatale dal padre e va a Milano con 20.000 euri in tasca e un anno per imparare a vivere per conto suo.

Martina, poveretta, è stupida come un’oca e DAVVERO non ha mai provato a camminare con le sue gambe depilate. Ce la farà?

E’ inutile dire che mi sono affezionato a questa poveretta, che potrebbe essere benissimo la sorella di Rat-Man, quel Rat-Man che in AVARAT si ritrova nella giungla armato unicamente della carta di credito.

La scansione dei tempi narrativi, quelle istantanee che focalizzano l’attenzione sui momenti salienti della storia, la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto fisica, dove di strabelli ce ne saranno due su ventiquattro, che la stessa Martina ha un naso che pare Pippo Franco prima della plastica, rendono la storia DAVVERO reale.

Si vuole andare a vanti a leggere cosa succederà, come nei migliori manga per ragazze che io ovviamente leggo a secchiate, e questa è l’unica cosa che importa, in un fumetto.

Perché poi mi vado a leggere onlàin di questo DAVVERO e scopro diverse cose che mi colpiscono.

La prima è che, naturalmente, se un autore italiano propone un tipo di storia che in Italia non è mai stata fatta, gli editori ti diranno che non vende, perché non esiste niente di simile.

Collocando direttamente gli editori o comunque i responsabili artistici delle redazioni al livello intellettuale della foca monaca.

Dove la foca monaca ha comunque avuto la lungimiranza di fare pubblicare le storie a fumetti dei Carabinieri.

Poi è stata arrestata.

Che gli editori italiani hanno il brutto vizio di leggere solo albi italiani, tipo TEX, Trottolino e, con un guizzo inaspettato, i Carabinieri.

Il resto, può anche non esistere.

Tipo i manga per ragazzine.

E non importa se i manga per ragazzine hanno già fatto sei volte il giro del mondo, vendendo l’invendibile ovunque, perché raccontano di problemi legati alla loro età e al riuscire a vivere spesso per conto proprio.

Se non mangiano bistecche alte due dita, non hanno un dentone solo e non fanno parte dell’Arma nei secoli fedeli, l’editore italiano ti dirà che non vendono.

Quindi, cosa ti fa, la Paola Barbato? Te li sfida tutti e te li pubblica su internet, e dopo un po’ di settimane che i lettori di Tex e di Trottolino la sputazzano e la schernazzano, DAVVERO inizia a raccogliere ogni settimana i suoi 10.000 lettori fissi.

E tra le foche monache si fa avanti Giuseppe Di Bernardo, che getta la tonaca e urla “Te lo pubblico io!” Davvero? Fa la Paola. Davvero, fa lui.

Bravo, Giuseppe! To’ un’aringa.

Così, per la Star Comics, è uscito il fumetto in edicola.

E ieri ho comprato e letto d’un fiato anche il secondo.

Insomma, finito JOHN DOE, senza voler per questo fare paragoni, che sono cose diverse, credo che DAVVERO sarà uno dei pochi fumetti che andrò a comprare personalmente in edicola.

Peccato per le copertine, che alla Paola Barbato ci piacciono un sacco, le copertine “per sottrazione”, che a lei le esplosioni di colori e di cose no, grazie,  e adora queste qui. Tristi come una domenica in un appartamento studentesco vuoto e senza più biscotti al cioccolato. E fuori c’è Milano.

Ma gliela perdono. Non sono uno che si fa influenzare dall’aspetto delle cose.

 Però!…

Però, quando ho guardato le interviste della Paola Barbato, che spiegava tutta l’odissea di DAVVERO, sono rimasto immobilizzato sul mouse come un fagiano che sente che lo chiama il pollivendolo.

Perché la Paola Barbato somiglia in maniera incredibile alla mia professoressa di matematica di terza liceo. Ed era un liceo scientifico. E nella prima parte dell’anno le cose erano andate bene, poi, stranamente, nella seconda parte avevo iniziato a scivolare giù dalla collina del sapere matematico e questa professoressa era diventata il mio nemico naturale, come l’orca lo è per i pinguini.

Oggi facciamo gli studi di funzione. Mi sentite tutti? Marchetti? Ghidini? State attenti, che poi vi interrogo.

Oggi facciamo gli studi di funzione. Mi sentite tutti? Marchetti? Ghidini? State attenti, che poi vi interrogo.

E pur di conquistare la sufficienza mi facevo interrogare ogni volta che c’era matematica e ogni volta era un’insufficienza, ma ogni volta, ogni volta, che alla fine uno avrebbe dovuto anche arrendersi e lasciarsi morire appeso agli integrali come Steve Mc Queen ne LA GRANDE FUGA, ma era l’anno in cui scoprivo i film di ROCKY e non faceva male, non faceva male, e dopo essermi fatto gonfiare di botte per mesi, ero stato promosso. Non so con quale sufficienza, perché non ce l’avevo. Forse ho vinto ai punti.

Insomma, Paola, grazie per DAVVERO.

Ma grazie non solo come lettore, anche come autore.

Perché lottare per un’idea editoriale e riuscire a spuntarla, dimostrando che era una buona idea, apre sempre delle porte nuove. Porte aperte di cui c’è sempre bisogno per cambiare l’aria, dopo che si è cucinato bistecche alte due dita per 60 anni.

E se un giorno ci incontrassimo a una fiera, non mi chiedere il significato di disequazione.

 davvero

Post Scriptum:

Poi mi avvicino a Johanna, ancora sdraiata per terra, che guarda la tv, e mentre la spupazzo le faccio “Bella, la mia Jasmine! Ma che occhi! Ma che capelli! Ma che principessa!”

E lei ride tutta contenta, che sogna già il suo principe.

Davvero.

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108 commenti
  1. Me lo sono trovato davanti anche io… ero lì lì, poi… Poi mi è cascato l’occhio sulla versione in formato ‘bonelliano’ di XIII e allora ho scelto quello… ma forse… forse a questo punto a Davvero gli dò una letta…

  2. Silvio permalink

    Buon anno nuovo… dico DAVVERO!

  3. Enrico permalink

    Io DAVVERO non so come quest’uomo, questo genio anzi, riesca a farmi smettere di fare qualsiasi cosa stia facendo per leggere quanto da lui scritto… Tanto per dire, la newsletter di questo post l’ho aperta per sbaglio in una pausa sigaretta dai preparativi per il cenone (che triste scritto nero su bianco) con gli amici, loro sono di la’ a sbattersi e a preparare mentre io son qui davanti al pc a leggere e ridere da solo come un mezzo scemo… La cosa bella è che siamo a casa MIA, quindi forse dovrei DAVVERO tornare di la’, dare una mano, controllare che non mi infilino il gatto nel forno tanto per dire…

    Via, ora vado, DAVVERO 🙂

    Auguri a tutti, un 2013 sereno, io per me non chiedo altro…

  4. valberici permalink

    Beh, dopo questo post dovrò davvero comprarmi questa storia di Martina. Mah, certo che questo blog comincia ad essere davvero nefasto per le mie finanze, però lo scuso, ma solo perchè è davvero il più divertente che io abbia mai letto.
    E ora auguri alla famiglia Ortolani, che sia per davvero un anno ricco di soddisfazioni per voi…e di fumetti per noi. 🙂

  5. Johann Gambolputty of Ulm permalink

    “l’entusiasmo non tocca mai il gelido cuore dell’Ortolani.” … e mi immagino il Leo, davanti allo specchio del bagno, che dice “Specchio, specchio delle mie brame, chi è il fumettista più bravo del reame?” XP (Leo, ovviamente)

    “a lei, Rat-Man, dopo due gag si annoiava,” *occhiata di traverso*. No scherzi a parte, l’equivalente di una bella carrellata sui talloni. Ouch.

    BUON ANNO LEO!

  6. Andrea permalink

    Buon 2013 a tutti
    ho chiuso l’anno leggendo la storia dell’agenda
    e l’inizio con il blog

  7. Lysmaya permalink

    Forse sarà perchè son donnina che ormai sente l’orologio biologico iniziare a dirle: “ma allora, lo vogliamo trovare un esemplare maschio?”, forse perchè nonostante io finga di essere cinicz in realtà sono una tenerona, ma pur avendo apprezzato tutto il post, la parte più bella, quella che non mi ha fatto ridere, ma sorridere con un piccolo sprazzo di gioia, è stato proprio il finale, quel finale dolce e casalingo… auguri a te e alle tue principesse, quelle piccole e quella grande!

    • Enrico permalink

      Capisco benissimo cosa intendi e mi ritrovo perfettamente in quello stato d’animo di “beh dai forse è davvero ora di crescere…” Soprattutto quando chi ti sta intorno è già da un pezzo in piena battaglia con pappette e pannolini…

    • cavallogolooso permalink

      perché l’Ortolano è un furbacchione e ci ha messo quella spezia che vi serviva … un vero furbone, come un mio collega che complimenta scarpe e permanenti della capa.
      e – incredibili dictu – FUNZIONA.

      io non me ne capacito. E’ una balla, una ruffianata.

      Ma è la differenza tra l’amatore e il professionista.

      Come il professionista sa apprezzare e riconoscere un prodotto perché “funziona” , come il produttore. Distaccato e spassionato, individua il target, si immedesima nel lettore, si distacca dal suo personale gusto ed interesse e si immerge in quello di qualcun altro… e mantiene solo la capacità di riconoscere il mestiere e la tecnica, l’efficacia, l’obiettivo raggiunto e persino la novità.

      Non è necessariamente un complimento, ma nemmeno un’offesa. Che poi anche il professionista magari ha un suo gusto, che magari riconosce completamente distaccato persino dalla qualità: sai che c’è roba migliore, ne conosci il valore, ma a te – per te stesso – piace una robaccia.

      Io personalmente mi commuovo molto su cose sdolcinatissime, ma mi si teletrasportano i gingilli su un altra galassia quando affronto un manga per ragazzine. Non so nemmeno se sia il tema… è proprio il significante … pur essendo cresciuto nella mimica degli anime, quando vogliono trattare argmenti commoventi ed introspezione raramente mi toccano … riesco a commuovermi molto di più con Ratman, anche se due secondi prima ho riso come un idiota.

      La sensazione strana è questa : per “essere al passo” dovrei farmi piacere una cosa che non mi piace. Ma non m piace. Mi piacciono di più i francesi, come lettore. Per me è come una moda. Ci sono un milione di cose “nuove” che però in quanto novità hanno di caratteristico solo questo: sono nuove. Ma buone?

      • Non ho capito bene tutto-tutto il commento, sorry, ma a me DAVVERO piace davvero, e volevo parlarne, come un argomento qualunque sul blog. Non è che faccio l’imbonitore. Perchè se poi i manga per ragazzine non piacciono, siano giapponesi che italiani, è un diritto sacrosanto non seguirli. Io, invece, mi sono sciroppato Cuori di menta, Tette di zucchero e quant’altro abbia passato il Nippone negli ultimi anni. Meglio Tette di zucchero, ovvio.
        Poi salto a piè pari ogni fumetto con vampiri pieni di pizzi in copertina.
        Sono gusti. Ognuno ha i suoi.

      • cavallogolooso permalink

        non voglio bersluscare e non posso dire “sonos stato frainteso” ma … ho fatto casino ! 🙂

        Quello che voglio dire è in parte personale (la mia sensazione di “se non ti leggi i manga sei indietro – si ma mi fanno schifo, che devo fà?”) e un parte una considerazione sul finale dolce …
        non da imbonitore, ma da “seduttore”, se vogliamo preferire.
        Condurre a sé affabulare, affascinare: tutte “armi” che il buon narratore, l’artista, l’attore, sanno utilizzare per muovere il cuore. Qualcuno (tu saprai chi) diceva che c’erano 11 tecniche differenti per far piangere la gente mentre il difficile era farla ridere.

        In questo “fare” ovviamente si nasconde una forzatura, ma io non mi sento forzato quando qualcuno mi fa nascere un’emozione: l’abilità è di chi applica la tecnica.

        Faccio solo più casino di prima.

        Mi riferivo al finale: leggendolo mi sembrava di osservare una “tecnica dell’esperto seduttore” (ovviamente dal cuore di ghiaccio! 🙂 ) “dal vivo” … efficace come la musica adatta in Truman Show.

        Ma ho fatto casino e ho mescolato. Non mi riferivo, in questo, a “davvero” che non conosco e non ho letto (e ovviamente ora mi incuriosisce): anzi, questo mi ha fatto pensare a quanto sia difficile riconoscere valore in chi non ce ne riconosce o ce ne riconosce poco: ma anche questo è professionale e non passionale. Lodevole, secondo me.

        Ad ogni riga faccio più casino!

      • ahah, dai, non prendertela, adesso ti mando Jafar!;)

      • cavallogolooso permalink

        e se dico “JAFFA’ – CRI !” – tu mi capisci? 😉

        credo avresti parecchia ispirazione … ;-))

  8. Calicanto permalink

    Sarà, ma dopo il commentino su Rat-Man a me sta Paola non è che stia comunque molto simpatica. Mi ha pure messo il debito in mate.

    Auguri a tutti, Leo e famiglia. Grazie Cate che sopporti uno scemo del genere, cerca di tirare avanti per un altro anno.

    • Ma no, dai, non giudichiamo le persone dai commenti su Rat-Man!:))
      Dai voti in matematica sì!

      • Sono abbastanza d’accordo

      • Calicanto permalink

        Scherzavo, scherzavo, non preoccuparti. La prossima volta che passo in edicola do pure un’occhiata al fumetto.

  9. Molto onorevole questa esaltazione della Barbato dopo la dichiarazione riportata sul Ratto, non c’è che dire…non credo che l’avrebbero fatto molti altri autori.

    • Be’, dai, mica per forza ognuno deve apprezzare le cose che fa un altro. Se succede, bene, sennò, pazienza. Sai quanti hanno criticato Rat-Man…E infine è loro diritto. Se tutti amassero quello che faccio, venderei più di TEX, e invece vendo mooolto meno. Dovrei mettere più bistecche nelle mie storie!:)

  10. donatodan permalink

    Quindi sulla versione da edicola di DAVVERO non ci sono raccolti i miniepisodi disegnati aggratis dai vari fumettari (più o meno professionisti)?

    • No,non raccoglie i mini episodi, è ridisegnato e riscritto. Questi esperimenti onlàin, fatti con l’aiuto aggratis di disegnatori (e non dimentichiamoci che anche la Paola ha scritto aggratis) sono cose che se funzionano ti fanno anche notare dal pubblico. In questo caso, se non ho capito male, alcuni dei disegnatori aggratis sono finiti a disegnare la serie da edicola. pagati. Sapessi quante cose aggratis ho fatto anch’io, prima di venire pagato, poco, per delle strisce. E dopo anni di strisce pagate poco, ho pagato di tasca mia la pubblicazione di Rat-Man e per fortuna c’eravate voi lettori ed è andata bene. Poi mi ha notato la Panini e il resto è storia.
      Credere nelle proprie idee e portarle avanti, uscendo anche dalla sicurezza dell’ombrello Bonelli, è sempre una cosa da lodare e che non fanno in molti.

  11. bdm permalink

    credo che
    questo post sia stato la causa
    dell’incubo di questa notte:
    venivo interrogato, prendevo cinque meno meno
    e provavo a contestare il voto,
    venendo pesantemente redarguito
    dalla docente.
    e pensare che adesso faccio il prof…

    auguri… 🙂

  12. glaurito permalink

    Sì, però Darwin (di Piccatto, non di Casertano) era proprio una presa in giro, una miniserie trasformata in prima parte di un romanzo a fumetti del quale non si farà la seconda … e a caro prezzo, meglio che uno ci si comprava tre copie di Allen (e gliele mandava, alla Paola, per farle fare allenamento a capire le gag). In realtà la Barbato ha scritto storie bellissime di Dyd, ma poi si è scocciata e, per Bonelli, ha solo svolto il compitino (pure col Boia), privilegiando altre cose, ma ingannando un po’ i lettori che hanno spesso acquistato a scatola chiusa cose col suo nome.
    In realtà sono solo invidioso, ché abito in una frazione di Monchio delle Corti, e Davvero non è ancora arrivato. Mi consolo con il blog più bello dell’anno (nuovo). Auguri e grazie … :))

    • Argh! Piccatto, scusate!
      Come dicevo, la storia è tronca, ma quel troncone lì a me mi ha portato avanti con la corrente che avercene, di storie tronche così…:)

  13. Uomo Coperchio permalink

    Avevo già visto questo cognome apparire nei credits di DYD (rimane in mente un’autore al femminile). Da una parte motivo di lustro, dall’altra so quanto un’autore per essere della casata Bonelli, debba rientrare dentro schemi di polverosità e “classismi”, che trasuda la scuderia madre italiana per eccellenza.

    DAVVERO (oltre chiamarsi, come il primo esperimento di reality italiano) lo avevi già ventilato precedentemente sul blog, tanto che spinto lo sguardicchiai. Con cinque-sei vignette ci ho guadagnato uno sbadiglio che mi ha deformato la faccia.
    Ma la cosa mi succede con tutti i manga giovIni, specie gli shojo, che dall’ora lì, non hanno più l’afflato da grande romanzo come Candy Candy, Georgie, Lady Oscar, che si ispiravano molto a romanzi al femminile del Novencento Occidentale, tipo Piccole Donne.
    Shojo manga cui “Davvero” porta dentro lo spirito.

    L’apprezzamento per una soggettista donna, annesso al plauso per la sua impresa editoriale, si pareggia con l’antipatia per quella che è una storia dai tratti autobiografici (uno scrive di cosa sa, di come interpreta il mondo) “Martina, una ragazza del bresciano che dopo una vita sotto la campana di vetro di una famiglia benissimostante…”, retroterra che fa coppia naturale col commento dato dalla Barbato a Rat-Man.

    Per me figlio di working class, che con molta, molta fatica si è fatto una piccola professionalità, quante ne ho incontrate così (poichè il lavoro intellettuale è appannaggio della piccola borghesia in su, sopratutto l’ambito letterato/umanistico/colto/artistico, ha rappresentanti di ceto particolarmente alto ed una fortissima rappresentanza di un femminile da martellate sulle balle. Anche le fricchettone, le simpatiche, saranno in linea di massima sempre delle anti-donne, rispetto alla donna elegante emancipata della “city”)

  14. cinzia permalink

    ma che padre fantastico: se mai volessi avere un’altra figlia avvisami, mi offro volontaria! e in piu faccio anche da babysitter alle altre 2 bestiole! Auguri leo!

  15. Bel post… davvero 😉
    E comunque Jafar ha un F sola e due sequel ;-))

    A questo punto, per “par condicio” aspettiamo le strisce del Ratto sul web!
    Come dici? Episodio 2…? Ah be’, allora…

  16. Zero. Ho seguito per molte settimane la versione online finché mi è venuta a noia. Perché credevo che, sì dai, è la parte introduttiva, deve porre le basi della storia e dei personaggi, poi viene il bello. Ma il bello non è mai venuto. Se escludiamo il tizio che le taglia i capelli a tradimento.

  17. walter permalink

    Ciao Leo, ho scoperto per caso il tuo blog solo ora ma già mi piace!! Sei sempre un mito!!! Sono contento che tu abbia parlato di DAVVERO, piace molto anche a me e ne sono un fan dalla prima striscia “onlain” pubblicata, come di RAT-MAN naturalmente…!! E’ sempre un piacere leggerti, a presto!!

  18. “E pur di conquistare la sufficienza mi facevo interrogare ogni volta che c’era matematica e ogni volta era un’insufficienza, ma ogni volta, ogni volta, che alla fine uno avrebbe dovuto anche arrendersi”

    E’ stato proprio questo tuo comportamento a permetterti di andare avanti.

    La tua prof, sicuramente sapeva che non saresti diventato un matematico, ma che qualsiasi interesse tu avessi avuto in futuro l’avresti portato avanti con impegno, sacrificio e una sana dose di testardaggine, quella che fa andare avanti nonostante l’universo stesso ti indichi che la strada che stai percorrendo non è quella che lui ha deciso per te.

    Per questo continuano ad arrivarti le multe per aver infranto i sensi unici. (O magari ti hanno clonato la targa dell’auto) 😛

  19. neurone permalink

    ho visto DAVVERO in edicola, ho grattato il post-it per vedere se era vero e si staccava… poi ho comprato ratman, ché i soldi per i fumetti sono pochi e vanno amministrati bene.

  20. Però a me fanno un po’ tristezza questi autori che vanno sull’internet perché non gli permettono di fare cartaceo e appena hanno l’opportunità del cartaceo ci tornano mollando l’internet.

    Mi piacerebbe veramente tanto che in Italia qualcuno facesse fumetti in internet perché gli piace l’internet e perché considera l’internet un buon media per il suo fumetto…

    • Io ne faccio una semplice questione di lavoro retribuito. Su internet puoi pubblicare tutto quello che vuoi, ma non vedrai mai un guadagno che vada al di là del farsi conoscere e apprezzare. Il guadagno arriva quando vendi il cartaceo. Non mi parlate di fumetto digitale. Quando mi diranno “Tizio guadagna uno stipendio serio ogni mese, pubblicando SOLO su internet” allora cambierò la mia opinione. Ma al momento internet è una bella vetrina che si sfrutta per arrivare in edicola. Un tempo si pagava di tasca propria un’autoproduzione, vedi Rat-Man, adesso si fa lo stesso senza nemmeno rischiare i 3 milioni e 300.000 lire che ci misi di tasca mia nel 1995 per il primo numero di Rat-Man.
      Se poi uno ama fare semplicemente fumetti in internet e fa altri lavori per mantenersi, è un’altra questione ancora.

      • Vero, forse la mia visione è un po’ romantica. E di certo non coinvolge la Barbato, che nel mondo del fumetto già c’é e quindi non avrebbe senso per lei cercare una vita diversa dal cartaceo che è comunque, sistematicamente, meno remunerativa.

        Però ci sono in giro tanti autori in erba che non arrivano al cartaceo per ovvie problematiche che si buttano su internet senza preoccuparsi del fatto che comunque internet è qualcosa di diverso dalla carta e si mettono semplicemente a sbattere lì le cose che vorrebbero qualcuno mettesse in un albo. E’ questo, principalmente, che mi da fastidio. Internet è una vetrina, è un trampolino, è uno strumento, ma bisogna tenerlo in conto nell’equazione, non credere che si possa produrre la stessa roba che si produce per la carta, solo col il vuvvuvvu davanti.

        (wow! Ortolani ha risposto a un mio commento! Non laverò mai più questa tastiera! Ah, no bhe, ‘spetta, non l’ho mica mai lavata a pensarci)

      • Guarda, dovessi esordire adesso, come autore, terrei in massima considerazione internet. Come vetrina, appunto.

  21. Dalle mie parti DAVVERO è arrivato sul serio,e in effetti la copertina mi aveva stimolato poco,ma ora va molto meglio..

  22. Ah ah, oddio, la copertina l’ha fatta un mio amico XD
    Ma non preoccuparti, non gli dirò nulla!
    Buon 2013 Leo!

    • Per carità, è un bravissimo disegnatore, dico solo che io sono per copertine di altro tipo…tanto per dire, a mia moglie, che l’ha vista, è piaciuta molto, ma lei è di cultura più elevata, si vede che io sono per la cover modello STOP, ve lo ricordate?:)

  23. Io per motivi sentimentali ho seguito Nana, che è uno dei manga più seguiti dalle ragazze, mi dicono, con la mia ragazza per tutte le feste natalizie. A parte quei due-tre personaggi interessanti (all’inizio, quando c’è più conflitto… poi diventano tutti amici e bona lè) la monumentale idiozia della protagonista (che a differenza dei comprimari deve essere molto costruita, incarnare stereotipi ed errori assortiti per favorire l’immedesimazione) e le prevedibili evoluzioni della componente sentimentale rendono difficoltoso per un non-amante del genere immedesimarsi in quel tipo di prodotto, anche con tutta la buona volontà di affrontare i generi diversi senza pregiudizi.

    Però.
    Però c’è una cosa di Nana e di manga simili che mi ha sempre affascinato e che (credo) sia la chiave del loro successo: in ogni episodio c’è la PERFETTA rappresentazione del contesto e dei problemi (molto verosimili) che un ragazzo di vent’anni che lascia casa si trova a gestire. Cose che hanno fatto breccia nel cuore della mia ragazza, ma per certi versi anche nel mio, che ho dovuto fare i conti con le stesse cose. Il lavoro, le relazioni lasciate a casa per trasferirsi altrove, il coinquilino… non dico che sia la storia IDEALE che vorrei leggere su questa tipologia di problemi… ma perdio, almeno ne parla!

    Ed è assurdo che, a parte qualche manga “stranamente” campione di vendita nessun editore italiano abbia provato a raccontare usando i problemi dei ragazzi che teoricamente dovrebbero costituire il pubblico ideale.

    Ho affrontato con molto scetticismo l’avventura online della Barbato.
    Ero critico su ogni aspetto di quello che succedeva a Martina, rompendo le balle pure su quanto costavano le cose. Ero particolarmente sensibile perché a Milano mi ci stavo trasferendo proprio in quei mesi e questa premessa dei ventimila euro proprio non li digerivo.

    Poi ho ascoltato alcune storie della mia ragazza (bresciana anche lei) e sono stato zitto. E’ un contesto che, seppure difficile da credersi, esiste e lascia allibiti.

    Poi, andando avanti, ho cominciato ad apprezzare il fluire degli eventi e tutto è cominciato a diventare più verosimile, caldo e in definitiva coinvolgente.

    I “cambiamenti” di regia per adattarlo alle 96 pagine mi hanno fatto apprezzare ancora di più l’originaria storia web.

    E quindi in definitiva “grazie” anche da parte mia, perché questo fatto che la Barbato sia una delle prime a rompere la barriera di luoghi comuni degli editori che non puntano mai su storie diverse mi lascia anche ben sperare per altro.

    • Sai che NANA non l’ho mai letto? Non so perchè, ma ne avevo altri sotto mano e quello, pur avendolo messo da partre, alla fine ci ho rinunciato…forse ilt ratto del disegno?…Chissà…Ora sono assolutamente preso da HAPPY! che non è proprio della categoria manga per ragazzine, ma siamo all’ultimo numero, è stato strepitoso. Urasawa è un grandissimo narratore.

      • Uomo Coperchio permalink

        Bellissimo Nana, sia versione cartacea che animata.
        Nonchè emblematico di cosa vuol dire essere mangaka. L’autrice ha dovuto interrompere la produzione per una tendine, provocata dalla sua professione, operata, dopo tanto silenzio, quello che si è saputo infine, è che non si sa se tornerà mai a fare fumetti…

  24. anche a me DAVVERO piace davvero,
    Leo buon 2013
    p.s. alla befana regala la Wii alle tue figlie scoprirai un nuovo mondo…tipo ballare davanti la tv con un coso in mano dopo pranzo….

  25. Silvia permalink

    Buon 2013 e da domani i miei pazienti vicino al computer dove sono schedati…troveranno una strana agenda gialla con un topo in copertina…ebbene sì i loro appuntamenti e le loro visite saranno appuntate sulla Rat Agenda…. Grazie Leo!

    • Federico permalink

      Ciao Leo, buon 2013 anche a te e famiglia. Anche io ti seguo da pochissimo (sebbene sia anch’io un vecchio padre di famiglia..) ma proprio per questo sono incuriosito da questo “progetto” che hai di nuovo accennato. Non è che si parte con una nuova rat ristampa eh? Giusto per regolarmi prima che prenda qualche numero dei primi che poi escono in una nuova edizione..

      • Poi ne parliamo!;)
        Tu intanto non predere roba costosissima su ebay…

      • Enrico permalink

        Capperi, sono anch’io in ricerca assidua di arretrati… Rizzo le orecchie allora!

  26. Gianmarco permalink

    ehi ciao Leo buon 2013, sono un neo iscritto al tuo blog e devo dirti che lo trovo davvero divertente ma la cosa che mi ha colpito di più non sono gli articoli che mi hanno fatto “scompisciare”(oltre ovviamente ad essere utilissimi dal punto di vista informativo e critico) perchè una cosa del genere uno se l’ aspetta da Leo Ortolani….no, la cosa che mi ha colpito è il clima colloquiale e confidenziale che hai instaurato nel tuo blog nonostante tu sia il grande nonchè famoso Leo Ortolani dall’ironia sagace e sferzante (immaginatelo detto con tono altisonante magari con la voce di gandalf,quella di gianni musy) 🙂 per questo ti volevo fare tutti i miei più sentiti complimenti perchè credo che le vere star siano quelli che di star hanno poco o niente e che siano socievoli e confidenziali verso il loro pubblico proprio come te 🙂 scusa per l’enorme commento spero tu gradisca le sviolinate xd magari poi nel prossimo commento ti offendo un pò così riporto un pò di equilibrio ahaha Auguri!!!!!:)

    • Grazie, Gianmarco, ma le star sono quelle di ollivuud, qui siamo al massimo lettori di fumetti, spettatori di film da pop corn, geologi, padri di famiglia…

  27. Caro Leo, se ti piacciono le sfide editoriali affrontate “dal basso” con passione e testardaggine potresti sfogliare anche il primo magazine italiano di giornalismo a fumetti autoprodotto dai suoi autori, e dirci che ne pensi.

    Siamo in giro dal 2009 e i PDF sfogliabili delle nostre uscite precedenti li trovi su http://www.mamma.am/edicola (tutte le altre mamme erano gia’ state occupate, c’era rimasta solo quella dell’Armenia, da qui il .am del sito).

    Ciao ciao

    Carlo Gubitosa
    Associazione Culturale Altrinformazione

  28. Andrea permalink

    Mi piacciono queste storie in cui internet riesce DAVVERO a fare la differenza come mezzo di comunicazione. Un autore (in questo caso autrice) è bravo, ha un’idea efficace e la vuole portare avanti, ma viene ostacolato da una serie di problemi pratici (la cecità dell’editoria, la crisi, ecc). Tuttavia l’autore non si arrende, pubblica aggratis su internet e ha un successo tale da arrivare ad una versione cartacea. In pratica è una start-up che riesce a sfondare. L’equivalente tecnologico di quello che hai fatto te “ai tuoi tempi” 🙂

    A me Davvero non entusiasma (posso dirlo? Dai, la Barbato ha detto che a lei non entusiasma Rat-man quindi ha cominciato lei… ), dicevo, non mi entusiasma ma trovo bellissimo che una persona riesca ad avere successo in questo modo. Ci ha messo la faccia, l’impegno, il tempo (che poi è anche denaro) e è riuscita a sfondare una porta che altrimenti sarebbe rimasta chiusa, che c’era Tex appoggiato dall’altra parte, che mangiava la sua bisteccona con patate fritte.

    E a questo punto mi viene una riflessione un po’ amara. Tex, Dylan Dog, Martin Mystère, Diabolik, ecc. ormai sono “vecchi” grandi fumetti, che hanno detto quello che dovevano dire, e (secondo me) restano aperti solo perché hanno visto che Capitan Battaglia c’è ancora e hanno detto “allora resto pure io”. E invece ci sono tanti giovani che magari hanno un’idea buona ma non riescono a portarla avanti. Credo che per una Barbato che riesce a emergere, ci siano dieci fumettisti che, magari sono meno intraprendenti, o semplicemente più sfortunati, e restano sott’acqua. E magari a un certo punto si arrendono e decidono che è meglio fare i geologi.

    Ora, non dico chiudere Tex e Dylan Dog, per carità, che poi ti aspettano sotto casa con le pistole cariche. Ma aprire una o due finestre su cui vengano pubblicati lavori di giovani fumettisti promettenti? Magari resterebbe una pubblicazione di nicchia, ma credo che il suo pubblico ce lo avrebbe. Nell’editoria cartacea italiana manca uno spazio dedicato ai giovani fumettisti, mentre probabilmente sarebbe una cosa bella e fruttuosa per tutti, editori, fumettisti, lettori.

    Mi viene un mente una scena a cui ho assistito al Lucca Comics scorso mentre ero in coda per il tuo disegno. C’era un ragazzo sulla ventina che andava in giro con un fumetto disegnato da lui, in stile bonelliano. Era disegnato bene. Da lettore medio di Martin Mystère, dico che era disegnato davvero bene, praticamente ai livelli degli albi che compro in edicola. Magari ci saranno stati tanti dettagli “fuori posto” che un non addetto ai lavori non nota, ma appunto il lettore medio non li nota, e da un non professionista di vent’anni che fa tutto da solo non puoi chiedere di più. Ecco, dicevo, la scena a cui ho assistito è questa: questo poveretto ha sottoposto il suo lavoro a un tizio, non so se di Bonelli. Questo tizio (che tra l’altro si era pure lamentato della coda dei tuoi fan che aspettavano per i disegni, tanto per rendersi più simpatico), dicevo, ha sfogliato l’albo con aria di sufficienza e gli ha detto: “Non hai ancora uno stile tuo, diciamo che è al di sopra del quadernetto dei disegni” (giuro, ha fatto proprio il paragone con quadernetto dei disegni). Con questo non dico che quel ragazzo meritasse di essere pubblicato o di lavorare per qualche casa editrice, ma cavolo, almeno un po’ di rispetto per chi sacrifica tanto per una passione. Ecco, una finestra per ragazzi così, se fossi una casa editrice, io la farei.

    Vabbè, ho fatto il solito post chilometrico. Resta solo lo spazio per un buon anno veloce veloce a te, alle bimbe e alla Cate!

    • Eh, un po’ di gentilezza ci vuole sempre, ma le fiere sono sinonimo di gentilezza klingon. Meglio, molto meglio prendere un appuntamento con qualcuno della casa editrice e andare là nel suo ufficio, ritagliandosi il tempo per due chiacchiere. Poi ti segano lo stesso, ma almeno, magari, ti dicono come dovresti migliorare o cosa non funziona, in maniera più dettagliata e costruttiva.

      Per quello che riguarda una finestra per giovani talenti, quella è fattibile,al momento, con internet. Un sito, un blog, qualunque cosa vogliate, possono mettere in mostra le capacità di qualcuno. Se non sono tutti ciechi, vedrete che qualcuno si sbrigherà a fare una proposta seria (cartacea).

      Io ho dovuto autoprodurmi otto numeri, per 16 mesi di tempo, prima che Lupoi mi chiedesse se mi interessava andare in edicola. E con l’aiuto nelle retrovie di Enrico Fornaroli e Andrea Plazzi, che sponsorizzavano questo mio passaggio alla casa editrice. E che mi avevano notato sulle fanzine prima e su Rat-Man autoprodotto poi.

      Purtroppo, pubblicare qualcuno ha un costo. E se questo costo non viene recuperato, l’editore fallisce e sparisce. Semplicemente. Quindi, soprattutto negli ultimi tempi, un editore ti pubblica se gli dimostri che il tuo lavoro può avere un pubblico.

      Non è una cosa spregevole. E’ semplcemente il mercato. Che poi benedica alcuni e maledica altri, magari apparentemente più meritevoli, è dovuto a millemila fattori che non sono immediatamente visibili. Basta, a esempio, che chi disegna sia lentissimo e non consegni entro i tempi della casa editrice. O faccia i capricci. Succede anche questo. E l’editore cosa fa? Perde l’appuntamento con i lettori, perde i soldi della vendita mancata, perde anche di credibilità, perchè poi un lettore se la prende sempre con la casa editrice, mica con l’autore.

      Insomma, questo di dare spazio ai nuovi autori è un argomento interessantissimo, ma che alla base ha sempre una cosa sola: siete dei professionisti o no?
      E come dicevano Eisner e Miller, la prima regola di un professionista è quella di consegnare le cose entro la scadenza.

      Ora vado, sennò non consegno entro la scadenza.

  29. Bel articolo, e un bel modo di scrivere, mi piace molto. Anche se devo dire che (sarà colpa del rafreddore o del sonno) verso metà articolo ho icominciato ad annoiarmi.
    Comunque 5/5!

  30. CREPASCOLO permalink

    SBE è da sola. Se ci fosse un duopolio come negli USA con due big guns e le indies, probabilmente Star Comics, Aurea , Max Bunker Press, Saldapress e altri soggetti che esisterebbero in questo crepascoloverso, si impegnerebbero DAVVERO a provare nuove strade perchè le due big guns si starebbero fronteggiando, da decenni , a colpi di bistecche alte due dita cotte dai diavoli dell’inferno nella trattoria con annesso dancing di Giuda Ballerino.

  31. E parliamo di fumettinternet, và!
    Perché non ci credi?
    Se ti dico che dopo aver divorato in un paio d’ore le 70 puntate di DAVVERO avrei preso al volo il fumetto online a pagamento ci credi (davvero)?
    Se ti dico (anzi ti scrivo) che se uscisse l’omnia digitale di RatMan a pagamento online me la accatterei subito ci credi?
    E se aggiungo che ogni volta trovare certi fumetti in edicola è una fatica (anche per lo sguardo vacuo dell’edicolante, come non sopporto più quegli sguardi vacui)? E che sullo schermo del mio iMac e del mio iPad i fumetti sono fighissimi? E che li posso pure ingrandire? E che non rischio che mia moglie mi butti fuori tirandomeli tutti dietro?
    Ecco, pisanaccio, a te la palla!

    • (Ps ricorda che mia moglie e Klingon, oltre che pisana)

    • Evk! Ti ringrazio per la tua fiducia al fumetto digitale, ma il fatto che tu lo faresti purtroppo non dimostra ancora la possibilità che un autore possa vivere, con uno stipendio pari a quello derivante dalla vendita dell’albo cartaceo, facendo solo fumetti su internet.
      Se sapete di qualcuno che ci riesce e che pubblica SOLO su internet, allora, come promesso, mi ricrederò.
      Altrimenti, credo che sarà una questione di tempo che passa e di situazioni che evolveranno in qualche direzione. Solo che non è chiaro ancora a NESSUNO, quale direzione sia.

      • Difatti non lo vedo come “sostituzione” ma come “integrazione”.
        Come gli strumenti elettronici non sostituiranno mai quelli classici, ma li affiancheranno sempre meglio. Idem per i libri.
        Casomai lo vedo come fonte di guadagno in più, soprattutto per ciò che probabilmente in cartaceo non verrà ripubblicato mai.

      • Il lavoro di creare una sola pagina a fumetti ex novo ha un costo tale che non è possibile puntare sul digitale per avere il giusto compenso.
        E ristampare? Be’, io lo faccio su carta, e al momento ristampo tutto, prima o dopo.
        Non è una questione di affiancare un mezzo a un altro, per integrare uno stipendio. Ora come ora, mettere qualcosa in digitale significa consegnare ai pirati il tuo lavoro.
        Come uomo con una benda sull’occhio so quello che dico, fidati.
        La rete è un luogo dove la gente pretende di trovare le cose gratis.
        E’ stato così fin dalla sua nascita, perchè senza contenuti la rete era un inutile , vuoto, triste luogo. E quindi hanno voluto riempirlo di cose, spacciandole per necessarissime, creando contenuti per acchiappare i soldi degli utenti. Ma a fianco a questi personaggi poco raccomandabili, la rete ha generato il virus del peer to peer, in risposta al ladrocinio perpetrato nei decenni dalle case discografiche (in primis) e da quelle cinematografiche. Chi si ricorda di quando una VIDEOCASSETTA originale costava 120.000 lire? e quando una VHS da registrare di 180 minuti costava 36.000 lire? Io me lo ricordo bene. Non era pirateria ai nostri danni, questa?
        La rete ha portato, nel bene o nel male, la vendetta di tutti coloro che sono stati derubati durante gli anni.
        Pensare di portare le cose a un livello di civiltà, dove uno compra, anche solo per pochi centesimi, qualcosa tipo una storia a fumetti, piuttosto che scaricarla gratis, è una battaglia che deve innanzitutto farsi perdonare un passato ancora fresco. E invece di farsi perdonare questo passato, i cinema e i discografici aumentano i prezzi, reinventano la cavolata del 3D e fanno di tutto per convincerti all’acquisto dell’originale.
        Io sono convinto che niente sia meglio dell’originale, e appena posso lo compro.
        ma preferisco anche “provarlo”, prima, per non buttare i soldi, come ho fatto per tanto, troppo tempo. Quando si facevano i cd a 40.000 lire dove c’era la canzone, quella bella, passata in radio, con un contorno di schifezze inascoltabili.
        E’ stato inutile correre ai ripari, pubblicando i cd con una sola canzone.
        La rete aveva già vendicato queste cose.

  32. andreeeaebasta permalink

    Ciao Leo, c’è una cosa che muoio dalla voglia di chiederti da un po’ di tempo e questa mi sembra l’occasione migliore (te l’avranno anche già chiesto, ma non ne ho trovato testimonianze archologiche): tu conosci il manga di Dr Slump & Arale?
    Io trovo incredibile l’affinità tra te e un signore giapponese quasi tuo coetaneo (quasi!), tal AKIRA TORIYAMA! E paradossalmente conosco da molto tempo Dr Slump, mentre solo di recente ho scoperto te (e sono in pieno innamoramento… o meglio allo stadio terminale del contagio… mi sono aggiunto alla legione di zombie mangia-arretrati di Rat-Man!!) ed è appunto dai tempi di quel manga che non mi sbellicavo così con un fumetto! Allora cosa mi dici?

    PS: buon 2013 a tutti!

    • Macchè, non l’ho mai letto…lo conosco di nome, ma non di fatto, sorry!

      • andreeeaebasta permalink

        Ahh peccato! La prossima volta che passo da Parma (o tu da Milano) ti presto la mia collezione! 🙂

      • Stefano permalink

        Uhhh, devi DAVVERO leggere qualcosa di Toriyama! Dragon Ball è sin troppo comune, e può non piacere il genere, ma soprattutto le storie brevi sono divertentissime, piene di personaggi a caso strani! Ce n’è una dove un drago gigante terrorizza un villaggio e decidono di chiuderlo in un gigantesco frigorifero per congelarlo…è geniale!

  33. Macphisto permalink

    Ma poi il numero di Playboy l’hai preso o è ancora lì nell’edicola di Paolo?

  34. Leo, sono cosciente del problema. Ma dato che il tuo prodotto, secondo me, è vendibilissimo worldwide, quale sistema se non la Rete? D’altronde, se uno vuole piratare i tuoi fumetti credi che sia difficile, con il costo irrisorio delle stampanti / scanner, Dio Nanos?

    • Eh, ma a parte che io stesso avrei dei dubbi, sul fatto che Rat-Man sia vendibile worldwide, dovrei fare io l’esperimento, ma non sono quello giusto, visto che la rete e il fumetto digitale non mi interessano!:)

      Ovviamente, con uno scanner si pirata tutto, ma comunque scansionati 54 pagine, sistemale e stampale(nel caso)…non è più semplice andare in edicola a comprarlo già belle e pronto con copertina a colori e tutto il resto?;))

      • Enrico permalink

        Ho fatto parte per anni dello staff di alcune delle maggiori board p2p di emule e credo ormai di avere un po’ capito alcune cose. In primis, possiamo dividere i “pirati” in 2 grandi categorie, il “pirata coscienzioso” e il “pirata compulsivo”. Il compulsivo è chi scarica in continuazione di tutto e di più semplicemente perchè può farlo, spesso non sfrutta/usa/apprezza nemmeno quanto ha scaricato, proprio perchè non avrebbe il tempo materiale di farlo. Il pirata “coscienzioso” invece è quello che riesce ad usare la rete come uno radar per scegliere al meglio dove spendere i suoi soldi. Comprerebbe tutto quanto quello che scarica? NO, ma il più delle volte finisce con il PAGARE quanto gli piace davvero. I fumetti forse non soffrono molto la pirateria, proprio perchè il limite di cui parli (scanner, stampa ecc) insieme all’innegabile fascino della carta (paragonabile alla bellezza del film visto al cinema se vogliamo) rendeva il tutto poco appetibile; ora però con l’avvento di ipads, ipods, kindlez e sgnaps ecco che un po’ quel limite rischia di assottigliarsi. Io ho sempre spinto per uno spirito di condivisione che andava al di la’ del semplice scambio di file, nei nostri forum erano soprattutto le esperienze che venivano condivise stigmatizzando al massimo i comportamenti da “scaricatore folle”, parente stretto del “compulsivo” con l’aggravante di prendere e basta senza mai dare niente.
        Insomma per chiudere, la pirateria non è sempre del tutto deleteria, perchè spesso apre a nuovi interessi e nuovi “amori” che magari in edicola non sarebbero mai potuti sbocciare…

      • Per inciso, non riesco proprio a leggere fumetti sullo schermo del pc. Mi disturba, non mi trovo a mio agio. sono uno che se deve ripetere una vignetta, o la ricalca sulla lavagna luminosa o la fotocopia e poi la incolla con il vinavil…usare il pc per duplicarla non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello. ma è che, come giustamente direbbe il Fenzi, sono Vecchio!

      • Evk permalink

        Tu sottovaluti la potenza del toscano umorismo 🙂
        E comunque sì, é più semplice… Quando la distribuzione funziona, quando non ti fregano l’albo sul tempo e devi girare tutta la provincia per trovarlo… Ma tanto prima o poi toccherà anche a te digitalizzarti, per quanto ora non ti interessi 😉

      • Faccio mia la frase di una persona che spiegava come affrontare i cambiamenti della lingua italiana : “Resistere, resistere, resistere. E prima di morire, trattare.”

  35. Leggo DAVVERO da un paio di mesi a questa parte. Ammetto che all’inizio ero un pò scettico, poi ha iniziato a prendermi, forse perché la storia non è così banale come sembra.
    Anzi andando avanti con la storia il mondo in cui vive Martina diventa molto interessante, perché ci si può riconoscere nei personaggi stessi, non necessariamente nella protagonista.
    Devo dire che la Barbato ha avuto coraggio a fare qualcosa che in pochi sono riusciti a fare, ma sopratutto ai disegnatori che si sono prestati a questo progetto (tra cui un certo ROI) sapendo che il compenso era una stretta di mano.

    • E spesso,se si vuole mostrare agli altri quel che si riesce a fare, non c’è nemmeno la stretta di mano, ma solo tanto lavoro a perdere. O quasi.

  36. >Sai che NANA non l’ho mai letto? Non so perchè, ma ne avevo altri sotto mano e quello, pur >avendolo messo da partre, alla fine ci ho rinunciato…forse ilt ratto del disegno?…Chissà…

    L’incipit della storia è vagamente simile a quello di Davvero, ossia ragazzina che va a vivere nella grande città con annesso incontro emblematico con futura amica carismatica. Davvero è iniziato più o meno nello stesso periodo in cui l’ho provato, per cui l’analogia è scattata.

    >Ora sono assolutamente preso da HAPPY! che non è proprio della categoria manga per >ragazzine, ma siamo all’ultimo numero, è stato strepitoso. Urasawa è un grandissimo narratore.

    Io lo adoro. Addirittura dai tempi in cui la defunta Granata Press gli pubblicava Pineapple Army, un semisconosciuto manga su un ex veterano che insegnava a gente sfigatissima a combattere. Era fatto di episodi autoconclusivi, ma si vedeva già lo stile, ti prendeva e non capivi perché. Poi naturalmente sono arrivati Monster e 20thCenturyBoys e io zitto, sotto. Happy ancora lo devo leggere però.

  37. >Io trovo incredibile l’affinità tra te e un signore giapponese quasi tuo coetaneo (quasi!), tal AKIRA TORIYAMA!

    Secondo me Toriyama ha molte analogie col grande Jacovitti.

    (Dimenticavo anche il mio “Buon Anno” 🙂

    Poi boh, fino a qualche tempo fa pensavo che il peer to peer e la tecnologia disponibile implicassero comunque la necessità di aggirare il problema rendendo sempre più unico il supporto fisico. E mi venivano in testa le idee più strampalate.
    Oggi invece mi sto riavvicinando al popolare, alle serie da edicola per pochi spiccioli. E penso che quei giornalini di carta siano perfetti così, anche nel 2030.

    La mia ragazza ha un kindle e-udite udite- ci compra i libri e se li legge beata intervallandoli con gli altri cartacei. E a vederli così da vicino, lettore ultrapiatto esile come una carpettina e volumazzi sulla scrivania, a condividere lo spazio del comodino come fraterni amici..tanto che certe volte, differenza di spessore a parte, ti sembrano davvero la stessa cosa, ti viene da pensare che anche in futuro ci sarà spazio per entrambe le cose.

  38. dreyght permalink

    A quanto pare (dopo la più strana telefonata della mia vita) c’è la possibilità che anche io mi imbarchi in un progetto simile a DAVVERO, infatti mi hanno proposto di scrivere la sceneggiatura di un nuovo fumetto che verrà diffuso online. L’idea mi attira e mi spaventa allo stesso tempo, finora ho scritto solo per me e per i miei amici, non sono mai stata coinvolta in un progetto serio in cui ci siano in ballo dei soldi!
    Leo, qualche piccola dritta sullo storytelling? Che consiglio daresti ad una sceneggiatrice novizia che non ha una laurea in geologia?

  39. Non sei vecchio, che hai tre anni meno di me, nacchio!
    È che non hai un iPad 😛

    • Uomo Coperchio permalink

      Non ho ancora imparato a zappare la terra per far crescere delle piante come mio padre (che poi me magno!), ma devo avere l’iPad? Ora che sono grande e posso apprezzare i sensi che ho tanto allenato, devo atrofizzarmi e anestetizzarmi, tornando ad una vita che il mondo dell’intrattenimento ha progettato a tavolino, per far soldi con gli adolescenti di oggi? Naaa

  40. Nessuno deve avere nulla. Non è un obbligo, è un’opportunità 🙂
    Nessuno si atrofizza con le opportunità, sopratutto se ti danno accesso a un intero mondo e permettono a te di dare accesso alle tue opere all’intero mondo. Puoi zappare la terra e fai benissimo, ma anche alzare gli occhi al cielo e vedere oltre.
    “i know a farmer who looks after the farm” (Genesis – Supper’s Ready, 1972)

    • Uomo Coperchio permalink

      Il tempo non c’è per tutto, devi avere delle priorità, perchè serve tempo non solo per fare, ma anche per imparare le cose. Quando sono sul treno, non posso far a meno di vedere uomini da ufficio, con un forte anonimato estetico o di personalità, uomini, donne e giovani, che si perdono in videogiochi, film. lo passo il tempo del viaggio guardando le donne, studiando, non riesco a non essere sempre fattivo, cercando di mettere passione in tutto. E vedo che pur se questa tecnologia ha così preso, spesso questi mi risultano anonimi, passivi, comuni, mediocri; come prima.
      La novità arriva e non gli esalta umanamente non gli fa spiccare come individui, come non spiccavano prima. Almeno, a me non lo trasmettono.

      C’è un grosso coefficiente di consumismo dentro, dai telefonini di ultima generazione, all’iPad, e il consumismo di solito è il cibo della mediocrità.

      PS
      Mio fratello è un professionista dell’animazione 3D, perciò, lontano da me ad essere una sorta di “antievoluzionista”

      • Direi che ognuno, infine, prendedalla terra o dall’Ipad quello che gli serve per vivere…:)
        Anch’io sul treno, guardo le donne, ma non solo..guardo proprio tutti, perchè mi interessano le persone, mi incuriosiscono, mi chiedo chi siano, cosa facciano, dove vadano…poi, se avessi un Ipad mi guarderei i film che non ho tempo di vedermi a casa…:))

      • Uomo Coperchio permalink

        Ehh, ma tu lavori con la creatività.

        Diciamo che a me salta più all’occhio l’aspetto alienante e banalizzante di questi oggetti, che i messaggi consumistici però promettono come affrancanti.
        Anche per me, questa è un’ottica viziata dai problemi del mio lavoro;)

        Pardon per le parole impegnate e/o pesanti 😉

  41. Andrea permalink

    Leo, a proposito di fumetti e fumettisti emergenti, una curiosità. Come fate voi fumettisti “di mestiere” a tenervi aggiornati sulle novità del mondo del fumetto? Che so, se un geologo vuole informarsi su nuove scoperte nel settore ci saranno riviste, siti internet specializzati, cose così. Per i fumettisti c’è qualcosa di analogo? Oppure non serve perché i fumettisti più o meno si conoscono tutti, e quindi quando c’è qualche novità scatta il passaparola, tipo che il primo dice “Zerocalcare” e all’ultimo arriva “papaveri e papere”?

    • Be’…funziona come funziona per tutto…se ami il cinema vai al cinema…se ami il fumetto, leggi fumetti…continuamente…il più possibile, magari recuperi serie intere…poi ci sono i siti del settore, le riviste tipo Scuola di Fumetto…ci sono mille modi per sapere le cose…e poi, ovviamente, ci si sente trra colleghi, ci si scambiano pareri, ci si raccontano le novità…tutto questo è molto divertente.

  42. P.S. Leonardo, la mia email ti è arrivata? Temo di avere un indirizzo vecchio.

  43. >Senz’altro ci sarà spazio per entrambe le cose. Io chissà cosa farò.

    L’importante per me è che continui a raccontare storie, in qualunque forma tu ritenga remunerativo, le pagherò con piacere. Ratman-e non scherzo- era una delle poche gioie che mi concedevo perfino quando non avevo né lavoro né casa (ospitato barbaramente da amici). In Italia ci sono tanti bei fumetti. Poi ci sono quelli a cui proprio non riesci a rinunciare.
    Ratman nemmeno ci proverei a scaricarlo, neppure sapendolo fare, perché semplicemente quando fa capolino in edicola DEVO prenderlo.

    • Enrico permalink

      Il problema a volte è trovarlo… Qui a Spezia ho già girato millemila edicole, ma del nuovo tutto ratman nn si vede manco l’OMBRA…

      • Però c’è un bel negozio di fumetti…c’ero stato, anni fa, per una bellissima serata con i lettori!

    • Il Ragno ti ringrazia!:)

  44. Il fumetto sui Carabbinieri aveva già avuto una prima modestissima vita editoriale e ora, con mia somma sorpresa, l’hanno riportato in edicola. Se non fossimo in questo periodo di tagli economici, sospetterei che il Comando Generale paghi per avere quel fumetto in edicola…

  45. Grazie della testimonianza e dell’aringa 😉

  46. Ullaò permalink

    :-S
    …E alla fine di tutto ciò mi è venuta voglia di leggermi un fumetto sui carabinieri.
    O_O

    P.S.: Qualche albo di Arale e di Nana un buon fumettofago non può non leggerlo. 😉

  47. Angela Pansini permalink

    Ho seguito DAVVERO nella sua versione on-line, settimana dopo settimana e più andavo avanti nella lettura e più mi annoiavo e trovavo odiosa Martina e insulsi tutti i co-protagonisti della storia.
    Tra l’altro, ogni volta che sul blog qualcuno scriveva dei commenti negativi, avanzava critiche, faceva previsioni (che magari s rivelavano sbagliate, ma erano un gioco fra lettori), Paola Barbato soffiava e tirava fuori le unghie. Va bene difendere la propria creatura, ma alle volte diventava DAVVERO antipatica… più della mia prof. di matematica al liceo, che tutto sommato era un pezzo di pane.
    Insomma, non sono attratta dall’idea di comprare in edicola quella storia.
    Chissà, questo post del Leo potrebbe avere sulla Barbato lo stesso effetto che un video di Cliomeicàp ha avuto con Uiluòsc: un bella spinta verso l’alto.

    • Be’…ovviamente ognuno ha i suoi gusti. Io pubblico sul mio blog le cose che mi colpiscono in modo paticolare, sia per la loro storia, che per la storia in sè…poi non posso pretendere che chi legge il mio commento lo condivida,è naturale.
      Non so se questo mio post farà guadagnare lettori alla Paola. Se così fosse, il merito andrebbe comunque a ei e a l suo lavoro.Io ho solo segnalato.
      Uiluòsc lo lasciamo nel tube, che ci sta bene.:)

  48. Vintagevil permalink

    Ma davvero leggi i commenti dei fumetti sul forum di Comicus? 😀

  49. Simone permalink

    Il post è carino dato che sinceramente quando succede a me non dico VERAMENTE?? Ma dico: Nooo oggi noooooo!!!

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